In Molise la pianura non esiste. Per evitare la trafficata statale ‘Bifernina’ infiliamo una serie di borghi e di conseguenza è un continuo su e giù cercando la direzione giusta su vecchie provinciali abbandonate dal traffico. I nomi esotici dei paesi ci fanno sognare: Portocannone, San Martino in Pensilis, Ururi, Larino, Casacalenda, Provvidenti, Matrice. Puntiamo idealmente verso sud ovest. Paesaggio mutevole. Dal mare verso le colline. Campi di girasole, pomodori, vigne, terra scura arata dai trattori. Silenzio. Troviamo subito il ritmo giusto. Guardiamo intorno a noi attenti. Siamo in viaggio e sorridiamo felici, nonostante il caldo e la fatica per i chilometri e l’altimetria.
«Per tre giorni abbiamo visto scorrere le acque oltre i raggi delle nostre ruote. Entrambe si muovevano ma in direzioni opposte. Le prime verso il mare, le seconde verso i monti, per scoprire da dove venissero le prime, per scoprirne la storia e le piccole storie che in queste acque si riflettono, per attraversare le geografie modellate dal loro fluire, pronti a lasciarci stupire.
E domenica, nella luce del primo mattino del quarto giorno, siamo giunti alla nostra meta. Le acque non erano più un grande fiume ma un torrentello gorgogliante. Eravamo soli. Ognuno emozionato, perché lì aveva termine il viaggio intimo che ciascuno di noi si era immaginato e aveva vissuto. Insieme abbiamo sorriso soddisfatti e grati l'un l'altro per il magico equilibrio che ci aveva portato sino lassù. Abbiamo goduto di quegli attimi assaporandoli sino in fondo, come si fa con un buon vino d'annata. Con calma, senza fretta, nella quiete dei monti. Ci siamo abbracciati, baciati e strette le mani. Ci siamo guardati negli occhi. Siamo rimontati sulle nostre biciclette e siamo andati oltre».
{Maurizio Panseri, Controcorrente}
Quando Nicolò mi ha chiesto che cosa significasse per me viaggiare in bici e, più in generale, cosa rappresentasse per me ‘la bicicletta’, ho iniziato a filosofeggiare sulla giusta velocità per attraversare e osservare il paesaggio, sulla fatica fisica, utile per affrontare le difficoltà mentali della vita e altri ragionamenti sempre più complicati.
Solo oggi, riguardano le foto delle ultime ore del nostro breve viaggio in Friuli, ho capito che è tutto molto più semplice. Basta osservare il sorriso di Ilaria davanti al fuoco e gli occhi felici di Marcello dopo aver impennato in riva al mare. Come quando da bambino ti divertivi da morire, senza bisogno di chiederti il perché.
«Appena sveglio mi alzo e d’istinto vado alla finestra. Sospiro. Con gli occhi ancora semichiusi cerco la macchina fotografica, ritorno alla finestra e scatto alcune foto. Tra poco Cristina e io passeremo attraverso questi larici con le nostre Cinelli. Ma prima ci aspetta la colazione preparata da Ulli e Mariano. Siamo molto fortunati»
{Andrea Aschedamini @instagram, ottobre 2019}
«Quasi pronti. Borse preparate. Biciclette lavate e ingrassate. Mappa cartacea stampata e studiata. Emozione. Ancora qualche dubbio sull’itinerario. Vedremo. La traccia che seguiremo sarà in gran parte copiata da quella disegnata dai mitici Montanus. Staremo in giro circa sei giorni con partenza ed arrivo all’Aquila tra sterrati e statali poco frequentate, per osservare con lentezza i quattro parchi abruzzesi. Un giro di circa 400 km e quasi 9000 mt di dislivello. Dal Gran Sasso alla Majella. Poi Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Infine Parco del Sirente Velino. Non vediamo l’ora di iniziare a pedalare».
{Andrea Aschedamini, The Wolf’s Lair @alvento #2}
Visso, agosto 2017
Asche: “Cri, che dici se provassimo ad attraversare in bikepacking i monti Sibillini? “
Cri: ”cos’è il bikepacking? E poi lo sai che non sono allenata!”
Il nostro viaggio per completare il Grande Anello dei Sibillini in bicicletta nasce quasi per scherzo, soprattutto per la voglia di dare un piccolo supporto al turismo marchigiano nel periodo post-sisma che ha devastato il centro Italia tra l’agosto 2016 e gennaio 2017.
Dopo una breve ricerca sul web mi imbatto nel sito internet SIBILLINI BIKE MAP, portale ben strutturato e ricco di dati e immagini. Un ottimo inizio. Scelto l’itinerario decido di contattare l’amministratore del sito che, tempo zero, mi risponde e mi passa una serie di informazioni che risulteranno fondamentali per la riuscita della nostra avventura. Fabrizio Castelli (il ‘guru’ dei Sibillini) da quel momento è diventato un vero amico.
5 giorni, 200 km praticamente quasi tutti su sterrato, 5.600 mt di dislivello positivo. Possiamo farcela.
Partenza ed arrivo a Visso nelle Marche, luogo simbolo del terremoto e ancora ‘zona rossa’, con sconfinamento a sud, in Umbria, nell’area di Norcia. Il terremoto si ‘sente’ ancora moltissimo. Gran parte delle strutture ricettive non sono ancora agibili, come parte delle strade e dei sentieri. Dobbiamo montare la tenda per 3 notti di fila. Tutte le notizie passate dai telegiornali sembrano nulla rispetto alla devastazione osservata e vissuta di persona. Ma la gente di qui è orgogliosa, tenace, ha voglia di ripartire nonostante la devastazione.
Penultima tappa. Giovanni, Betta e Paolo ci accolgono nel loro agriturismo (Fonte Antica, a Campi di Norcia) quasi alla fine del nostro giro, stanchi morti dopo una tappa molto più impegnativa del previsto. Accolti e coccolati, bisogna precisare. Ad aver trovato una casa così bella e confortevole come la loro dopo aver passato tre notti in tenda, ci sembra di essere in paradiso. Lenzuola fresche di bucato, doccia calda, grigliata di carne in giardino e buon vino, alberi centenari intorno a noi e buona compagnia.
Poi il rovescio della medaglia. Iniziamo a chiacchierare e presto finiamo a parlare con loro del terremoto, come spesso è accaduto anche tra noi nei giorni precedenti. Brividi. Ci guardiamo in giro ed effettivamente ci rendiamo conto di essere in un’isola felice. La grande casa che ci ospitava infatti è stata ristrutturata a regola d’arte, con tutti i crismi antisismici, ed ha resistito anche alle ultime tremende scosse del 2016. Tutto intorno, invece, il paese e il tessuto della vita quotidiana non esistono più. Abbiamo ascoltato storie di uomini e donne che lottano con tutte le forze per tornare a vivere. Ci siamo emozionati e ripromessi di tornare e di far conoscere a più persone possibili la meraviglia di questi luoghi.
E lo abbiamo fatto. E, soprattutto, lo rifaremo.
Bella la Svizzera, belle le salite alpine, belli i tratturi abruzzesi, belli i percorsi liguri. Tutto molto bello.
Poi si torna a casa.
Saliamo sulle nostre Cinelli e in cinque minuti siamo già sull’alzaia del fiume Adda, protetti dal traffico, rinfrescati dagli alberi, circondati dalle opere ingegnose di Leonardo Da Vinci. L’unica cosa da scegliere è la direzione da prendere. Giù verso Lodi (meglio in inverno) oppure su verso Lecco.
Tanta roba.
{Andrea Aschedamini @instagram, luglio 2018}
One point. Many perspectives.
A project to test out and align our creative and physical appetite for fun. To build a rapport with like-minded people all over the world. To help inspire and be inspired by the adventures and achievements through photographs, films and stories. To discover new places, set new goals and learn from the experiences of others. To share it all.
We ride with HIGH&OVER
«Andai a trovare Keith nel suo studio e vidi la Laser con le sue stupende decorazioni sulle ruote lenticolari e anche sul telaio. [...] Con gli anni, per una ragione o l’altra, questa bicicletta è diventata un simbolo di ciò che rappresenta l’azienda».
{Antonio Colombo, CINELLI - L’Arte e il Design della bicicletta}
Ciclosfuso Custom Bike 'Barbera' per different.photography.
Telaio pista con tubazioni dedacciai costruito in Italia con congiunzioni in microfusione, forcellino pista, ponticello corsa, forcella con testa in microfusione. Gruppo Miche X-press italiano, sella e manopole Brooks Cambium. Assemblata a Milano dal grande Mattia di @ciclosfuso
Alla fine dei conti basta veramente poco per divertirsi: cinque giorni in giro in bicicletta, sei amici, trecentosessanta chilometri pedalati, quattromilaseicentotrenta metri di dislivello.
Poi borghi, castelli, chiese, musei, spiagge e osterie quanto basta.
Il nostro personalissimo Giro d’Italia parte da Spello, in Umbria, e termina a Talamone, in Toscana. Ci concediamo uno sconfinamento nel territorio di Visso nelle amate Marche e una tappa di trasferimento che ci porta fino a Città di Castello, a ‘casa’ di Alberto Burri.
In Italia, e dove se no?
#giroditalia